Parlare di mia madre. Descrivere il dolore di mia madre e quello che prova nel sapere che deve morire. Ha paura della morte perché non crede più in Dio. Lascia un figlio che ha paura della vita e che, per questo, crede in Dio!
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Niente di nuovo
Amore scusami… sono in anticipo: mi potrai perdonare? Scusami, non ti arrabbiare, ma non è colpa mia: il fatto è che non ho trovato traffico… Lo so, sei anche preoccupata delle radiazioni atomiche ma ti prometto che la prossima volta cercherò di arrivare in ritardo!
www.testo-teatrale.it (Seconda parte)
Difficile unire un rapporto quando non sappiamo più di che rapporto si tratta. Purtroppo non basta fare coppia e incolla perché il problema è grave: io e lui non sappiamo più chi siamo e soprattutto, non abbiamo ancora capito a che piano siamo.
www.testo-teatrale.it (Prima parte)
la follia è uscita dai manicomi, giustamente chiusi, e subdolamente si è insediata nella nostra quotidianità! Non siamo più sicuri di niente, forse abbiamo perso la solidarietà mascherata da una lenta ma inesorabile ipocrisia; siamo capaci di uccidere e non provare rimorso!
Donna moderna
[…] Calcolando che una depilazione per le due gambe è il doppio della mia giovinezza ma che ho la facoltà di rimanere giovane, posso dedurre che per ogni sguardo di un uomo, la spesa di una pomata è stata neutralizzata dall’intensità dello sguardo! Calcolando inoltre che la divisione di un intero non è la stessa spesa di un intero tubetto di pomata: posso specificare la lentezza dell’invecchiamento del mio tessuto epiteliale e la carezza del mio uomo! Mi devo ricordare di comprare il gelato… comunque io non ho paura della vecchiaia! […]
[…] Ecco: mi manca il tempo per trovare il tempo libero! Ma libero per che cosa? Per trovare altro tempo libero e altro ancora: e più lo cerchi e più ti accorgi che non c’è tutto quel tempo che la sensibilità di una donna vorrebbe dedicare alle cose più care! E quali sono le cose più care e urgenti per me? Trovare del tempo libero: le cipolle, i carciofi, le melanzane, Andrea, Sandro, Beppe, la carriera, la camera dei bambini… lamentandomi del poco tempo libero: mi rimane tanto tempo occupato per non pensare come gestire, il poco tempo libero! E’ difficile essere una donna, del secondo millennio […]
[…] Lo metto in crisi e lui soffre! forse, noi donne, non siamo più capaci di soffrire accanto ai nostri uomini… forse, essendo moderne ed emancipate soffriamo a modo nostro e non siamo capaci di faglielo capire! Forse loro soffrono di più perché credono che la nostra solidarietà non esista! Ma non è vero, la nostra solidarietà esiste: solo che è più partecipata, urlata e non passiva! Comunque calcolando, e forse con un calcolo matematico approssimativo, possiamo affermare che una statistica dell’amore non esiste e quindi nessuno di noi è in grado… ma non riesco a ricordarmi di questo concetto, non riesco a definire il termine di questo concetto e questo è colpa ed è colpa solo degli uomini… gli uomini sono dei mascalzoni […]
[…] Che poi questi uomini sono furbi: scrivono per le donne, dipingono per le donne, inventano poesie per noi donne ma alla fine non percepiscono la nostra vera natura! Mi piacerebbe, io donna, ricominciare una vera drammaturgia al femminile ma non da contrapporre a quella maschile! La nostra drammaturgia dovrebbe far capire, prima di tutto a noi stesse, che cosa siamo e che cosa possiamo imparare e dare al mondo maschile. Ma perché non diciamo la verità: anche noi donne abbiamo paura della morte, e per noi che diamo la vita, è una agghiacciante contraddizione che affiora in tutta la sua drammaticità: quando si perde il figlio! […]
Non mi ricordo il titolo
Codesta società viziata, corrotta nell’intreccio corruttibile di un scientifico progresso.
Tutto è caos.
E nella caotica confusione mi hanno rubato il portafoglio.
Nella confusione gli esseri umani, definiti esseri dalla forma umana, vanno alla guerra.
La confusione è talmente caotica che perfino i grandi testimoni del nostro tempo vagano in mondi estranei e vicende umane a loro sconosciute: Anna Karenina inorridisce alla vista del bruto Ulisse alla conquista di Troia. I promessi sposi, non ancora promessi, smarriscono la loro fede in cent’anni di solitudine. E Alice, credendosi di nuovo nel paese delle meraviglie, soffoca la propria ingenuità nell’avvolgente fumo di Zeno Cosini che, allibito dalla strana presenza, non riesce ad avere la coscienza di spegnere il puzzolente sigaro.
La mamma disse a Pinocchio di portare alla nonna ammalata la torta e di stare attento al lupo cattivo; il lupo, che era effettivamente cattivo ma non del tutto scemo, baciò la bella addormentata nel bosco e nel bosco Pinocchio non incontrò mai il lupo cattivo, ma il cattivo mimetizzato da lupo. E una maschera, approfittando del baccanale carnevalesco, di nuovo mi ruba il portafoglio.
Ma la cosa più triste e grave è che il cattivo ha corrotto pinocchio e quindi ha corrotto il finale della favola e tutti i cattivi hanno decomposto la vita.
La bambina, seduta al computer, non legge più… le storie della nonna.
Tratto da “Non mi ricordo il titolo”. Edizioni Danilo Reschigna.