Guai ai guai e auguri alla nascita di un nuovo dolce alla panna. La panna è mamma, e dal profumo cotto, matura la crescita di un nuovo delicato: umida pasta non ancora lievitata ma pronta alla curiosità dei golosi. I golosi sono unti e grassi e il dolce viene aspirato, attraverso squarci di enorme ampiezza, in immensi budelli.
La madre, non ancora soddisfatta della propria opera, aggiunge uvette e canditi: troppo amore rischia di dolcificare un’esistenza fin troppo amara. Il padre, da simpatico e onesto pasticcere, si è trasformato in un accattivante commerciante all’ingrosso e vende, al miglior offerente, la propria creatura. La madre, non ancora sazia del proprio amore, continua ad accarezzare di zucchero velato alla vaniglia il suo dolce preferito alla crema. Ma inesorabilmente, il tempo avanza: l’innocente, dal sapore troppo buono, viene divorato. Il banchetto, iniziato alla luce del primo mattino, si avvia al termine nel buio della notte profonda: della grande torta a due piani è rimasto un misero triangolo, che appoggiato a un lurido piattino di plastica, viene abbandonato in un congelatore.
Qualcuno si ricorda di lui ma ormai è troppo tardi: ha un odore di vecchio e non serve più a nessuno. Con un certo disgusto, e un sorriso ironico, viene scaricato in una pattumiera: ormai nessuno si rammenta del suo antico sapore e nessuno sente riconoscenza per la gioia che ha dato a tanti palati.
Dalla cucina si sente un nuovo profumo:
auguri al nuovo arrivato e così sia!
Tratto da “Non mi ricordo il titolo.” Edizioni Danilo Reschigna.